Paolo VI, un uomo che tendeva le mani
“Ecco la politica papale: cuore sensibile ad ogni bisogno, cuore pronto ad ogni possibilità di bene, cuore libero per voluta povertà, cuore magnanimo per ogni perdono possibile, per ogni impresa ragionevole, cuore gentile per ogni finezza, cuore pio per il nutrimento dall’alto.”
Queste le parole di papa Paolo VI: ed è quest’uomo, ormai divenuto santo, che siamo andati a visitare o meglio a riscoprire nella sua terra natale.
Domenica 5 ottobre gli Amici di Lourdes si sono recati in pellegrinaggio a Concesio, terra bresciana della Valtrompia circondata dal verde delle colline e dai filari delle viti che ben ordinati sembrano voler farsi compagni lungo la via.
La prima meta è stata la Basilica romana minore dove è stato battezzato il santo Padre e che raccoglie ricordi della vita di Paolo VI riguardanti i momenti salienti del suo pontificato, quali l’incontro con Atenagora, con Madre Teresa e il suo discorso alle Nazioni Unite per la pace e lo sviluppo dei popoli.
Sobria e sentita la celebrazione della santa Messa, durante la quale è stato amministrato il battesimo ad un bambino . Il parroco ha invitato a riconoscere l’importanza del dono del sacramento che tutti noi abbiamo ricevuto, invitandoci a lasciarci guidare dalla luce più alta dello Spirito in cui il Papa ha saputo riporre la sua fiducia e da cui si è lasciato condurre.
Abbiamo davvero incontrato un uomo di dialogo e di fraternità, un uomo che tendeva sempre le sue mani.
Così si è fatto vicino a noi attraverso le parole di suor Monica che , nella casa natale, ci ha presentato alcuni tratti della sua vita, sottolineando l’importanza dell’ambiente dove ha vissuto e della famiglia che lo ha sempre sostenuto.
La mamma, rimasta orfana e sola al mondo, fin da bambina è stata educata dalle suore Marcelline per la fiducia che il suo tutore riponeva nella persona del Biraghi e, una volta cresciuta, ha richiesto alle suore di poter andare in Francia per studiarne la lingua. Donna molto aperta e decisa incontrerà Giorgio Montini già redattore del giornale a Brescia e, dopo aver atteso la maggiore età, ne diverrà la moglie. I due erano molto affiatati e il papà del Papa chiederà spesso alla moglie di tradurre testi dal francese per pubblicarli sul suo giornale così da aprire le menti dei lettori alla cultura e ad una più ampia visione del mondo. Giorgio Montini lavorerà intensamente per portare la cultura cattolica nella sua Brescia, dando vita insieme ad altri, all’Istituto bancario s. Paolo, a case editrici di ispirazione cattolica . Sarà anche politico impegnato nel partito Popolare nei difficili anni del fascismo. Il giovane Montini svilupperà , approfondendoli sempre di più nella fede in Cristo, gli insegnamenti ricevuti in particolare l’amore per l’uomo nella sua libertà. Capì l’uomo del nostro tempo amandolo di un amore soprannaturale, guardandolo cioè con gli occhi misericordiosi di Cristo. In questa luce leggiamo le aperture del Concilio che Lui stesso definì “un atto solenne d’amore per l’umanità” e che hanno dato inizio ad una nuova epoca per la Chiesa.
Lasciamo Concesio dopo aver pregato nella stanza dove Paolo VI è nato, toccati dalla sensibilità di un uomo che divenuto Papa ha mantenuto intatta la mitezza del suo cuore gentile e che, in cielo non ha saputo dir di no ad una suora che lo pregava per la salute di un bimbo affetto da grave patologia già nel grembo materno che poi, per la sua intercessione, nascerà sano. A quella suora di Maria Bambina incontrata nella cucina del suo convento mentre era Arcivescovo di Milano, prendendo il suo volto fra le mani, aveva detto “ricordi io sono il suo Cardinale, se lei ha bisogno di qualcosa la chieda a me. “
Fortificati da questa promessa e dalla sua benedizione chiederemo anche noi al santo Padre di accompagnarci nel cammino della vita.
Mari