GIORNATA
DEL MALATO 2021
«Uno
solo è il Maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23, 8)
Basterebbero
queste poche parole riportate nel Vangelo di Matteo per mettere ordine nella
nostra vita, nella vita di ogni cristiano, in ogni situazione sia sanitaria, sociale
e politica.
Non
sarà il mio essere scienziato, medico, infermiere, operatore sanitario,
volontario o sacerdote a curare, a ridare salute, a portare consolazione nella
sofferenza ma sarà la mia capacità di guardare a Lui, il Maestro e imparare da
Lui come si cura affidandoci alle parole di Maria «qualsiasi cosa vi dica
fatela» (Gv 2,
5).
«Si
chinò su di lei… e la febbre la lasciò» (Lc 4, 38)
«Tese
la amano e lo toccò… e subito la lebbra fu guarita» (Mt 8,3)
«Poi
versò l’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli ed
asciugarli» (Gv
13, 5)
Quante
mani tese, corpi chinati piedi e piaghe lavate e curate da donne e uomini che
hanno scelto di fare della loro vita una testimonianza d’amore. Quest’anno li
abbiamo chiamati eroi ma ogni giorno sono semplici fratelli che con umiltà
hanno scelto l’amore.
«Erano
stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità» (Lc 4, 32)
Quanta
fatica, quanto studio, quanti giorni e quante notti a cercare e approfondire
con pazienza, speranza ed amore caratterizza la vita di chi ha scelto la
ricerca per aiutare e migliorare la vita dell’umanità.
Non
sarà però neppure la mia malattia, la mia sofferenza fisica o psicologica a
rendermi automaticamente migliore ma ancora una volta la mia capacità di guardare
a Lui, il Maestro, il Cristo sofferente.
«Disse
loro la mia anima è triste fino alla morte, restate qui e vegliate con me» (Mc 14,34)
«Cadde
in ginocchio e pregava» (Lc
22,41)
«Padre
nelle tue mani affido il mio spirito» (Lc
23,46)
Quanta
umiltà nel riconoscere la propria fragilità e saper chiedere aiuto coinvolgendo
chi mi sta accanto così che il mio patire diventi per ognuno occasione di dare
e ricevere amore.
Quanta
preghiera, unico vero aggancio con il mondo esterno, durante le lunghissime giornate
da poter godere soltanto attraverso la luce che filtra da una finestra o le
interminabili notti in cui non farsi sopraffare dall’angoscia che l’oscurità
porta con sé.
Quanta
fede, testimonianza di vero amore, nell’affidarsi totalmente al Padre, a Colui
che sa quel che fa.
Luisa