Cosa
ci insegna la malattia?
Cosa
ci insegna la pandemia?
Ci
insegnano che il mondo non è preparato ad affrontare la sofferenza, il
contagio. Il mondo non è in grado di proteggere le persone più fragili della
popolazione, soprattutto delle persone con disabilità e anziane.
Rimuovere
la fragilità dallo sguardo, abbandonarla ai margini non è una soluzione.
L’icuria
si lega a indifferenza, e ci rende incapaci di vedere l’impotenza, la
fragilità,la malattia, il fallimento, la morte che ci circondano.
Però,
non possiamo trascurare di dire che il desiderio e la ricerca del bene degli
altri e di tutta l’umanità implicano anche l’addoperarsi per una maturazione delle
persone e della società nei diversi valori morali.
A
partire dall’amore sociale è possibile progredire verso una civiltà dell’amore
alla quale tutti possiamo sentirci chiamati.
La
cura e l’amore permetteranno di riconoscersi parte di un intreccio di vincoli e
reciproche connessioni, ma anche di sviluppare attitudini, competenze e
capacità.
La
sfida oggi è trovare un nuovo punto di equilibrio tra fattori diversi per una
varietà di singolarità di relazione che fa ricco il mondo.
Se ci
concentriamo sui limiti e non sui talenti non potremmo rinascere!
“se
in un giardino di Rose spunta un Geranio quest’ultimo non è un Rosa malata o a
cui mancano le spine….è solo un altro fiore”
Maurizio