La giornata mondiale del malato che ricorre l’11 febbraio 2021, ci vede coinvolti perché la malattia è un’esperienza che accomuna tutti.
Ci fa sentire fragili, sofferenti, bisognosi degli altri, ci fa vivere nell’incertezza, nella paura, e con la pandemia anche isolati, quasi abbandonati.
Ci fa nascere domande sull’esistenza e sulla qualità di vita, e la sofferenza non la sentiamo solo nel corpo ma anche nell’anima.
In questo momento di smarrimento abbiamo bisogno qualcuno che ci stia vicino, che ci dia conforto, che ci dia la forza e la speranza che non troviamo più. Anche se sappiamo che abbiamo un Dio che non ci abbandona mai, nella malattia spesso siamo così sofferenti che non vediamo quanto Lui ci è vicino e quanto ci ami ancora di più per le nostre fragilità.
E’ nella malattia che ridiamo valore a quelle piccole cose di ogni giorno, un saluto, il calore di un raggio di sole, che normalmente vivevamo con distrazione.
Prendersi cura del malato è riconoscere che tocca a noi essere quel balsamo che inizia a curarli.
Noi, con i nostri semplici gesti: un abbraccio, asciugare una lacrima, accogliere la loro sofferenza, stare in ascolto dei loro bisogni, ma anche dei loro silenzi; possiamo aiutarli a vivere meglio la malattia, ma ciò non basta. E’ con la preghiera e l’affidamento a Nostra Signora di Lourdes e a suo figlio Gesù, che noi tutti ci sentiamo accompagnati, amati così come siamo, con le nostre fragilità, sorretti nelle difficoltà, guariti nell’anima. Ritroviamo la forza e la speranza. Sperimentiamo che non siamo più soli perché la carezza è la Sua carezza, l’abbraccio è il Suo abbraccio, il sorriso il Suo sorriso, perché Lui ci ha creato per la gioia
Nadia